«Io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro… è questa la causa dei mali che soffro». Paolo ha riconosciuto che la sua missione è una vera e propria vocazione: non è frutto di una sua iniziativa ma della volontà di Dio. Per questo è disposto a tutto: alla fame, alla nudità, al pericolo, alla spada, al carcere, alla lapidazione… tutto ripone in Gesù, lasciando che siano i fatti a mostrare il compimento. Paolo sopporta tutto, convinto che fino alla morte deve solo svolgere un mandato: se Dio non dovesse ritenere più valido il suo apporto metterebbe in atto Lui le condizioni per marginalizzarlo! In questo senso, Paolo non è muscolare nelle sue posizioni: è determinato e coerente fino alla fine ma è totalmente libero rispetto all’esito della sua testimonianza. Amo fuori misura questo atteggiamento di Paolo, vorrei tanto farlo mio: servire senza interesse, senza mire e ambizioni personali, solo tenacemente disposto a servire il Vangelo certo che i frutti non devono essere i miei desiderata ma quelli di Dio. Non è facile mantenere questa libertà… tutti siamo terribilmente bisognosi di vedere i nostri sogni realizzati, di segnare la storia con il nostro passaggio… ma tutto è illusione! Solo ciò che è attraversato dall’amore resta… Buona giornata