«Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla». La conversione di san Paolo è sempre raccontata come una folgorazione: una sorta di on-off immediato, un passaggio repentino dal fariseismo integralista alla fede radicale in Gesù. Non è così! Paolo ha dovuto fare un lungo percorso dalle tenebre alla luce. C’è qualcosa che lo ha buttato nella crisi più nera dove tutte le certezze sono crollate e nulla di chiaro era più capace di aprirgli scenari nuovi: non vedeva nulla! Sono convinto che questa è la condito sine qua non del passaggio della fede… occorre riconoscere il buio e occorre aprirsi ad una luce nuova. Come gli occhi del corpo abituati al buio fanno fatica a stare alla luce così gli occhi del cuore: è necessario abituarli pian piano! Così è stato per Paolo: prima di diventare l’apostolo delle genti più fervente della storia ha dovuto pregare e riflettere insieme ad Anania e la sua comunità. Solo pian piano ha maturato la consapevolezza di quell’incontro scioccante sulla via per Damasco! Nessun uomo vede… siamo tutti ciechi! I bambini che battezziamo sono tutti ciechi! Il rito prevede l’apertura degli occhi: si tratta di un lungo cammino di educazione dello sguardo… che non finisce mai… Buona giornata