«Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Nel momento in cui Gesù spezza il pane, ai discepoli di Emmaus si schiudono gli occhi e riconoscono che è davvero il Signore. Tornano in fretta al Cenacolo dove erano ancora riuniti i Dodici ed ecco che riappare di nuovo Gesù. Chiede di mangiare con loro e anche i Dodici capiscono che è proprio Lui. I contesti in cui i discepoli riconoscono Gesù sono sempre un chiaro richiamo all’assemblea eucaristica: Gesù è vivo dentro uomini e donne che fanno memoria di Lui e nella loro carne fanno trasparire le sue ossa e la sua carne! A me piace tantissimo tutta questa sovrapposizione tra Gesù risorto e l’Eucaristia, il suo essere un fantasma e il suo essere carne e ossa. La fede è capace di illuminare rivelando la complessità della realtà che non è solo quella legata all’evidenza ma è molto di più. Il di più, ovviamente, non è soggiogabile, sfugge continuamente alla nostra definizione, ma è tutt’altro che assurdo! È bellezza, è comunione, è simbolo appunto: mette insieme, sovrappone le dimensioni, in modo tale che una cosa aiuta a leggere l’altra… e per fortuna non è tutto inquadrabile! È il bello del desiderio… Buona Pasqua