«Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Mi capita sempre più raramente di essere chiamato per l’unzione degli infermi prima della morte. Si chiama il medico, anche se si è consci che non c’è più nulla da fare, ma non il prete. Ciò che conta per noi è il respiro, è l’esserci nella carne… la vita eterna la si ritiene certa, non bisognosa di cura e di guarigione! È un grosso equivoco… Certo, è quanto mai opportuno prendersi cura della salute fisica: è un dono d Dio e va custodita con ogni premura! Ma la VITA, quella vita che il Signore ci ha donato nel Battesimo, la vita del Figlio di Dio, non ha forse bisogno di altrettanta attenzione? Si ammala anche la vita battesimale! Il peccato è in grado di deturparla e annientarla! Non ci interessa nulla? Il destino eterno non è forse la questione più seria dell’esistenza? Non sto parlando di chi non frequenta e che non vive un’ordinaria vita cristiana: non ci si può improvvisare credenti alla fine… Ma dico a chi ha conosciuto la bellezza della fede, la propria condizione filiale: perchè tralasciare la cura e l’assistenza del passaggio dalla morte alla vita? Nel momento della morte il problema più grande è la morte eterna… non la morte fisica! Pensiamoci… Buona giornata