«Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini”». Proviamo ad esaminare un po’ in profondità il nostro cuore: quando esprimiamo un giudizio negativo su una persona perchè lo facciamo? Non è, in fondo, l’atteggiamento del fariseo che ha bisogno di esternare una sorta di superiorità sull’altro e sentirsi un gradino sopra? È molto difficile che uno giudichi un altro su una questione sulla quale è apertamente in difetto: sarebbe un boomerang micidiale… Sentirsi bravi, giustificarsi, scusarsi, sono tutte condizioni sottotraccia del nostro cuore: noi abbiamo delle ragioni per comportarci in una determinata maniera, gli altri sono semplicemente colpevoli! Proviamo a pensare quando andiamo in macchina: se compiamo un’infrazione e qualcuno ci redarguisce subito ci alteriamo giudicando la reazione abnorme e spropositata… se qualcuno fa la stessa infrazione, siamo i primi a spazientirci e a gridare improperi senza alcun freno… Il nostro IO gode di una stima da parte nostra una stima illimitata… l’io degli altri, raramente, è sullo stesso nostro piano! Nella parabola del pubblicano e del fariseo al tempio è facilissimo identificarsi con il pubblicano… ma, in realtà, noi siamo tutti farisei! Amiamo contemplarci ed esaltarci… siamo poco avvezzi al batterci il petto! Continuiamo a fare quaresima… Buona giornata