«Quanti lo toccavano venivano salvati». La fede cristiana ha a che fare con la carne, con la vita concreta, con l’esperienza reale! Credere non è dire di credere! Credere è una serie di fatti e di azioni che scaturiscono a fronte di un incontro personale con Gesù. Interessante quanto scrive, a questo proposito, l’evangelista Marco: sono quelli che toccano Gesù a venire salvati… non quelli che ne sentono parlare! Devi toccarlo con mano Gesù! Devi sperimentare che la tua vita subisce un contraccolpo nell’ incontro con Lui! Altrimenti non riesci a riconoscerlo… Quando faccio degli incontri con i genitori – assolutamente cordiali e gentilissimi, buoni e generosi, – per raccontare il cammino di fede dei loro bambini impegnati nell’itinerario dell’iniziazione cristiana ho la netta percezione che il loro credere non è passato dall’incontro-scontro con Gesù: obbediscono a determinati impegni a cui vengono vincolati, si sforzano di seguire alcune forme della vita liturgica ma di Gesù nessuna traccia, nessun ricordo, nessun spasimo… Non è un giudizio di disprezzo o di disistima ma solo una constatazione: vorrei solo che potessero anche loro conoscere come cambia la vita nel momento in cui si impatta con Gesù… vorrei che comprendessero che la vita cristiana non è anzitutto una serie di impegni ma una gioia straripante… tutto cambia! Buona giornata