«Vuoi che vengano sette anni di carestia nella tua terra o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o tre giorni di peste nella tua terra?». Il re Davide ha peccato: per un attimo ha ceduto all’orgoglio della sua forza e ha messo in second’ordine la grazia di Dio, come se il successo del suo regno fosse da attribuire più alla sua abilità che al sostegno del Signore… Dio si adira e commina una pena! Ma la cosa più gravosa è che Dio impone a Davide la scelta tra tre tipi di pena… ovviamente non riesce scegliere: non esiste una pena migliore delle altre! Soprattutto, Davide è messo di fronte all’evidenza che il suo male ha una ricaduta su tutto il regno: il suo peccato ha una virulenza che è in grado di falcidiare la vita di un numero sterminato di persone… Questo aspetto ci deve far riflettere tutti: il male che facciamo non è mai un male circoscritto che provoca conseguenze solo a noi o ad un ristretto numero di persone a noi vicine! Il male ha una potenza deflagrante che noi non possiamo contenere e nemmeno controllare! Il male non ha solo una dimensione personale… il male ha sempre una ricaduta sociale! Buona giornata