«Saul, prestante e bello: non c’era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo». Dicevamo ieri della emancipazione da Dio con la sua relativa sostituzione. Ecco come sceglie l’uomo: il più bello, il più alto, il più forte! L’ideale, la proiezione dei propri sogni, quasi che vista la perfezione in un altro diventi la propria: niente di più alienante! Pensate a tutta l’aleatorietà della pubblicità, dei social, degli stereotipi dell’uomo o della donna riusciti… quante frustrazioni, depressioni, patologie psichiatriche generano! Pensiamo all’esatto contrario del modo di presentarsi di Dio: «Ecco, il mio servo… non figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna». Tutt’altro registro! Dio non si pone davanti all’uomo come ideale, come altro dall’uomo, ma si riveste proprio della sua fragile umanità, per condividerla con lui, per accompagnarla, passo dopo passo, fuori dalla condizione di frustrazione in cui si trova! Dio forse delude molto le aspettative ma, di certo, non illude! L’illusione, se guardate bene, è la più grande malattia del nostro tempo… Buona giornata