Spesso mi sovviene il ricordo di un noto tennista che si era posto come obiettivo quello di diventare il numero uno al mondo: vi riuscì, a costo di tanti sacrifici! La sera stessa del risultato ottenuto tentò di togliersi la vita… tutto quello sforzo, si era accorto, non aggiungeva nulla alla sua condizione di uomo finito e mortale.

Ho collegato questo pensiero a quanto leggiamo proclamare oggi nel Vangelo da parte di Giovanni Battista: c’è qualcuno che è più forte di me! Il prendere coscienza del proprio essere mancanti è una grazia da chiedere… In un mondo dove tutti siamo spinti ad una esacerbante competizione quanto è salutare imparare ad occupare umilmente il nostro posto senza sgomitare inutilmente!

In questa logica è un annuncio strepitoso il fatto che il Figlio di Dio, il più forte, il più grande, venga come il più piccolo, un bambino in una umilissima stalla di Betlemme! È il paradosso che ribalta tutti i nostri parametri! Se una competizione ci deve essere tra noi discepoli di Cristo è quella di chi è fra di noi più piccolo, più umile, più marginale… Il più grande nel regno di Dio è colui che serve! Il regno di Dio è dei piccoli…