«Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». Che cos’è la “propria” croce? Siamo portati a pensare i nostri problemi, i nostri fastidi, le nostre preoccupazioni… Per cui: chi, sostanzialmente, non è disposto a faticare e a sacrificarsi non può essere un buon cristiano! E se uno non ha problemi o fastidi o preoccupazioni? Impossibile, mi direte… però, può essere che uno abbia una vita, tutto sommato, serena pertanto non potrebbe essere discepolo! La croce di cui parla Gesù, in realtà, è il nostro io malato, peccatore, egoista: tutti ce lo abbiamo! Bene: occorre riconoscerlo e portarselo dietro! Guai a negarselo, a nasconderselo, a sotterrarlo: se portiamo con noi tutto quello che siamo potremo davvero sperimentare la salvezza, la potenza liberatrice di Cristo! Impareremo che il Signore ci salva dentro la nostra umanità ammaccata e non a latere… Gesù ci invita a seguirlo da peccatori e non da giusti! Se abbiamo la croce sulle nostre spalle impareremo a camminare ad un passo più in linea con quello degli altri! Impareremo a riconoscere che non siamo i migliori! Impareremo ad avere compassione anche delle croci degli altri perchè abbiamo ben presente la nostra! Gesù vuole discepoli che riconoscono di dover imparare… non che hanno la saccenteria di sapere già tutto! Buona giornata