«Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu lo ami… amate dunque il forestiero». Trovo questo tratto della rivelazione davvero eccezionale: Dio che chiede amore per sè attraverso l’amore per il forestiero! Dio non è come l’idolo che ha bisogno della nostra sudditanza, che vive grazie al nostro sacrificio! Dio è amore che ama e l’amore che chiede è lo scambio del suo amore tra le sue creature! Dice la stessa cosa l’evangelista Giovanni: “Non si può amare Dio che non si vede se non amando l’uomo che si vede”… La nostra fede non può assolutamente esaurirsi nel culto liturgico: deve per forza declinarsi nell’amore fraterno! Se pensiamo di aver espresso il nostro amore a Dio nella ritualità siamo assolutamente fuori rotta: nel rito siamo costantemente istruiti e aiutati dallo Spirito a fare memoria dell’amore di cui siamo depositari per aver la forza di farlo circolare dentro la vita ordinaria. Celebriamo oggi la memoria liturgica di san Massimiliano Kolbe: è chiarissimo come la sua sia una testimonianza vivida proprio di questa verità! L’amore appassionato per Cristo lo ha reso capace di amare di più i fratelli che se stesso… così ha testimoniato la bellezza senza misura dell’amore per Dio! Buona giornata