«L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». Portiamo i nostri cari che soffrono dal medico, dallo psicologo, dal prete, dall’esperto di grido: spesso riusciamo a trovare lenimento al dolore ma, a volte, sembra non esserci nulla che possa contrastare la situazione… La condizione di sofferenza che connota l’uomo è così radicale che solo i dolori più superficiali e abituali li sappiamo arginare! Siamo fragili e mortali, tutti, solo l’Immortale può assicurare la vita! Nella liturgia funebre esprimiamo la nostra resa a Dio: riconosciamo che solo Lui può realizzare l’impossibile concedendo la vita oltre la morte! Ma la morte non è solo l’ultimo istante del nostro respiro: la morte è tutti i giorni! Siamo cisterne screpolate che non tengono l’acqua… Alle nostre sofferenze mortifere possiamo sopperire con la preghiera, vera arma atomica, capace di annientare alla radice il potere della morte! Chi riesce ad affidarsi ogni giorno a Dio può svelenire l’assalto virulento della morte e sentire forte la presenza vivificante del Signore! Abbiamo troppa fiducia nell’uomo… nonostante veniamo smentiti regolarmente rispetto alle nostre richieste di guarigione continuiamo a riporre lì la nostra fiducia… Senza Dio ogni uomo ha le armi spuntate… non può che ad un certo punto, alzare bandiera bianca… Impariamo a pregare… Buona giornata