Quante volte, da piccoli, venivamo rimproverati perché sussurravamo qualcosa all’orecchio dell’amico: “non è buona educazione!”, ci veniva redarguito… L’intento educativo era volto a sollecitare il coraggio della trasparenza: ciò che si ritiene giusto dire, è bene che lo si dica apertamente, senza alcun sotterfugio carbonaro di sorta!

Anche Gesù ci chiede di dichiarare apertamente quello che è il nostro rapporto con Lui, non c’è alcun motivo per vergognarsene. Eppure, dobbiamo ammetterlo, ci capita di trattenere la nostra fede nell’alveo della sfera strettamente intima e personale… ci sembra di passare per creduloni o, ancor peggio, per bigotti se testimoniamo la nostra adesione al Vangelo…

Dire la fede nella luce significa esprimere con libertà ciò che sta nel nostro cuore: nascondere la bellezza del dono ricevuto è da persone inautentiche! Si commette un’ingiustizia nei confronti di Gesù, perché facciamo passare come imbarazzante il nostro rapporto con Lui… nei confronti degli altri, perché non siamo sinceri… nei confronti di noi stessi, perché non siamo veramente liberi…

Abbiamo una paura folle di essere quello che siamo: Perché? Certamente da una parte temiamo il giudizio degli altri ma, dall’altra, credo, ancor più finemente, candiamo nella trappola del maligno che agisce in modo tale da rendere il più ininfluenti possibili le Parole sante e liberanti del Vangelo! Vigiliamo!