«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza». Di questo comandamento mi colpisce quel “tutto” ribadito per ogni dimensione dell’agire umano. “Tutto” vuol dire senza alcuna esclusione o deroga. “Tutto” vuol dire che non c’è figlio o figlia, padre o madre, marito o moglie che tengano! Non parliamo di lavoro, sport, hobby… “Tutto” vuol dire che niente può essere anteposto a Dio! Detta così, sembrerebbe che Dio si ponga come antagonista di ciò che ci appassiona, di ciò che ci piace, come se non c’entrasse con gli affetti, le passioni, le gioie della vita… Forse, occorre registrare il tiro! Cosa vuol dire quel “tutto” affinchè l’amore per Dio non diventi alternativo agli amori che viviamo? Se Dio è il tutto non diminuirà di certo l’amore! Dio è l’amore e se la nostra cura sarà rivolta a Lui sarà certamente qualificato anche il nostro amore per tutto ciò che ci appassiona! Se l’amore per Dio sarà meno, anche l’amore per gli altri sarà diminuito: sarà molto facile l’idolatria e, di conseguenza, il possesso… L’amore totalizzante per Dio non sequestra il cuore ma lo accende di un amore straripante per tutto ciò che ci circonda! Buona giornata