«Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». Generalmente si usa questa espressione di Gesù per motivare la separazione tra potere temporale e potere spirituale… e ci sta. Ma attenzione a pensare che i due ambiti debbano per forza essere indipendenti! Cesare non può fare tutto quello che vuole… Cesare deve necessariamente rendere conto a Dio del suo operare! Attenzione: dico rendere conto a Dio, non alla Chiesa! La sovrapposizione della causa di Dio con quella della Chiesa non è corretta… Dio è sempre oltre! Il bene, la giustizia, la verità, appartengono a Dio e la Chiesa è chiamata a testimoniarle… ma, oggettivamente, si trova a fare i conti con il peccato dei suoi membri! Di certo, Cesare non può invocare autonomia dal Vangelo: il Vangelo è un criterio di giudizio non sindacabile! Cesare è amministratore del bene comune e, in specie, della creazione stessa di Dio! A Cesare è giusto che vada riconosciuta una autonomia: è Dio stesso che dà all’uomo la facoltà di governare il mondo… ma le logiche non possono essere che quelle di Dio! Quindi: autonomia sì ma nella costante sinergia! Ci potrebbe essere, infatti, un Cesare a cui non è bene dare ciò che si aspetta… Buona giornata