«E piansi. Quando poi calò il sole, andai a scavare una fossa e ve lo seppellii». È quanto fece Tobia, un pio ebreo, alla vista del cadavere di un compaesano, caduto ucciso per mano di empi. Seppellire i morti è una pratica che fa parte delle opere di misericordia corporali. Aver pietà di un corpo è riconoscerne la dignità e il valore. Ogni persona è importante, non solo quelle con le quali siamo legati da legami di sangue o di amicizia… Vengo da una infanzia nella quale ho imparato ad andare al funerale di tutte le persone del paese, sia che le conoscessi sia che non le conoscessi! Semplicemente perchè occorreva esserci e mostrare la propria solidarietà e la propria vicinanza: l’accorrere di tante persone leniva il dolore, faceva sentire il calore di una comunità vicina, era il riconoscimento del valore del defunto in sè! Guardo ai tanti funerali che celebro qui… la comunità non c’è più! Vanno al funerale i partenti più stretti, qualche amico e nessuno di più. Viviamo in un mondo dove siamo sempre più comparse, senza rilevanza e peso! Celebrare i riti funebri è dichiarare comunitariamente la dignità dell’uomo, a prescindere! La sola emotività non è sufficiente… proviamo a mettere in conto una maggiore partecipazione… Buona giornata