Potremmo essere tentati di leggere questo versetto come un invito a cercare forsennatamente dei proseliti. È, appunto una tentazione! Gesù prima di pronunciare queste parole chiede ai discepoli di rimanere a Gerusalemme ed aspettare il dono dello Spirito: significa che ogni discepolo non deve prendere l’iniziativa ma deve obbedire all’opera preveniente di Dio che per primo segna la strada.
La prima condizione necessaria alla missione è la propria adesione al Vangelo. Sembra una banalità ma non lo è affatto: senza una fede ardente e fondata, il rischio è quello di creare club di amici, gruppi d’interesse! Non si contano le sette che ogni giorno nascono nel mondo partendo dall’annuncio del Vangelo… già Gesù metteva in guardia da queste derive.
La seconda condizione è fare discepoli, cioè avviare le persone che si incontrano, a percorsi di sequela dietro a Gesù. Discepoli non si è una volta per tutte: occorre essere battezzati, cioè immersi nel mistero di Cristo! Come un sub: per scendere sott’acqua e inabissarsi per tanti metri è necessario che si immerga un po’ per volta e in maniera regolare. Così un discepolo, cioè un alunno di Gesù, ha bisogno di tutta la vita per gustare la profondità del suo mistero!