«Nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva». Nella Sacra Scrittura è evidente come, a partire dalla colpa, l’uomo abbia fatto esperienza del proprio limite: uscendo dalla comunione con Dio ha scoperto la sua nudità e, quindi, la sua estrema vulnerabilità. Per tamponare la falla creatasi cosa ha fatto l’uomo? Ha iniziato a cercare negli affetti e nelle cose ciò che prima aveva direttamente da Dio… le cose e le persone che, per desiderio di Dio, sono segni del suo amore, sono diventate, loro stesse, l’amore! Hanno preso il posto di Dio! È così che l’uomo, quando non trova Dio, non fa altro che prendere per sè cose e persone per compensare il proprio bisogno… si tratta, sostanzialmente, dell’idolatria! Per questo, nella prima comunità cristiana, la capacità di mettere in comune ciò che apparteneva era considerato il segno evidente di una autentica conversione del cuore. Liberarsi e liberare da ciò a cui per tendenza attacchiamo il cuore è un atto di fede pratico… Tutto è buono: le persone, le cose, ma se le tratteniamo hanno in sè un veleno di morte che, prima o poi, ci presentera il conto! Tutto passa, solo il Signore resta: valutate voi a Chi vale la pena attaccare il cuore… Buona giornata