«I loro occhi erano impediti a riconoscerlo». Dobbiamo prendere sempre coscienza che il nostro vedere è condizionato dalle nostre abitudini. Cioè: ognuno di noi impara a vedere in base alla maniera in cui che viene educato. Ad esempio: se un bambino, fin da piccolo, è educato ad osservare la creazione, le cose belle, le persone, è chiaro che avrà una propensione a guardare in profondità molto più che un bambino non accompagnato e lasciato a se stesso… Vedere Gesù vivo non è la pratica più diffusa! Quale papà o mamma educa i propri figli a vedere come Gesù si renda presente nella storia di tutti i giorni? I discepoli di Emmaus ci descrivono perfettamente: i nostri occhi – come i loro –  sono impediti dall’ignoranza a riconoscere la presenza del Signore Risorto! Bene: non c’è da scandalizzarci e inorridire… Occorre che ci riabituiamo a guardare e a osservare con più attenzione! Non con la semplice forza di volontà individuale ma con il supporto del Vangelo! Alla nostra miopia di fede sopperiscono le lenti delle pagine evangeliche! Ciò che possiamo vedere è grazie all’esperienza che scaturisce dai cristiani che ci hanno preceduto! Noi impariamo a vedere anche con il sostegno degli occhi degli altri! Impariamo a rieducare il nostro sguardo con l’aiuto della madre Cheisa! Buona giornata