«Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere». Così il profeta Isaia descrive il servo sofferente, prefigurazione di Gesù calunniato, rifiutato, torturato, ucciso… Eppure, oggi, gli occhi di milioni di persone si fermano a contemplare quell’Uomo appeso al patibolo della croce… perchè? Che cosa ha fatto di un perdente, un vincente? Che cosa ha fatto di un obbrobrio, un capolavoro? Che cosa ha fatto un debole, un forte? La storia! Cioè il tempo nel quale Dio parla e da ragione ad ogni cosa. Se ci si dovesse fermare all’uomo appeso sulla croce non ci sarebbe alcun senso: l’attimo della croce parla di un uomo condannato, con il consenso di tutti i poteri – politico, religioso e sociale -, niente di più! Ma quell’uomo ha un prima e un dopo tali per cui l’attimo della croce risulta il culmine, l’apice, della verità e della bellezza… C’è un giudizio della storia che supera ogni stereotipo: non c’è ingiustizia, non c’è falsità, non c’è ipocrisia, non c’è cattiveria, non c’è arroganza, che possano considerarsi ultimativi! Tutti i crocifissi della storia hanno spalancata la certezza di una vita che in Dio riverberà di una luce totalmente nuova! Ecco la bellezza della croce… Buona giornata