«Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damàsco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele?». Nel leggere questo versetto, immagino, vi sarete chiesti che senso ha… È una considerazione di Naaman il Siro in ordine alla richiesta del profeta Eliseo di andare a bagnarsi sette volte nel fiume Giordano: per Naaman l’acqua è acqua! Che senso ha andare fino in Israele per un po’ d’acqua… Ragionamento ineccepibile, umanamente incontestabile! Ma è come dire ad un innamorato: ricevere un bacio della tua amata o dalla prima donna che passa è uguale, sempre bacio è! È vero che l’acqua chimicamente è la stessa cosa ma il fatto che scorra nella “terra sposata” con il Signore della storia la fa essere qualitativamente diversa! Non è tanto l’acqua che purifica e salva ma Colui che è all’origine di quell’acqua e la santifica! La stessa cosa vale per tutti i sacramenti che celebriamo: il pane e il vino, l’olio, l’acqua, sono elementi della natura… ma una volta irrorati dallo Spirito hanno una potenza salvifica inimmaginabile! E non è suggestione… è realtà! Da che cosa lo si capisce? Dagli effetti che genera! Naaman alla fine va a bagnarsi ed è sanato dalla lebbra… possiamo testimoniare anche noi, come Lui, la stessa cosa dei sacramenti? Buona giornata