«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto». Siamo nell’epoca dei palliativi: guai soffrire, guai provare dolore, guai star male, guai vivere nel turbamento! Deve proprio essere sempre così? Non è che, a volte, la sofferenza è indice significativo di un malessere più profondo nel quale stiamo sprofondando per cui è utile essere svegliati e allertati? Perchè Gesù ha dovuto soffrire? È assurdo pensare che Colui che è venuto nel mondo per rivelare l’amore del Padre abbia dovuto passare sotto il torchio della passione… eppure, la sua sofferenza, quanto è stata preziosa! Ha manifestato, anzitutto, quanto l’umanità sia cattiva e incapace di accogliere il bene e, poi, la bontà di Dio che pur di mostrarci la sua carità è disposto a tutto, anche alla morte! Nel tempo della Quaresima una qualche sofferenza la dobbiamo vivere: non fisica, non epidermica, non procurata, ma interiore, intima, spirituale! Il dolore del nostro peccato, della nostra lontananza da Dio, della nostra disobbedienza… Se non soffriamo non ci svegliamo dal nostro benessere apparente! Sì, ce lo dobbiamo dire: amiamo il nostro tran tran! Guai a chi viola la nostra comfort zone! Ci siamo costruiti un equilibrio che non viene da Dio ma dagli idoli che serviamo! Per liberarcene occorre mettere in conto un po’ di sofferenza… Buona quaresima