Ogni volta che leggo la chiamata dei primi discepoli rimango basito per l’immediatezza con cui si decidono per Cristo. Se ci pensate: quante prove, quante rassicurazioni, quanti chiarimenti, esige l’uomo d’oggi – e noi – prima di fidarsi di una persona e seguirla… Nel “sì” di Pietro e Andrea, di Giacomo e di Giovanni, non c’è il minimo tentennamento: la bellezza di Cristo li fa totalmente arresi al suo servizio!

Non solo dicono “sì” immediatamente ma abbandonano anche tutto ciò che possiedono, cose e affetti, senza il minimo rimpianto: con Gesù tutto appare relativo. Credo davvero che ogni uomo che si sia deciso per il Vangelo possa testimoniare che niente è mai mancato nella sequela… sono talmente belle e avvincenti le grazie che ne derivano che i rimpianti non trovano alcuna risonanza.

La totale assenza di recriminazione è il criterio della veridicità del nostro incontro con Cristo: se nel nostro cuore permangono resistenze, reticenze, distinguo, perplessità, è molto probabile che non abbiamo conosciuto Gesù! È bene che ci guardiamo dentro e verifichiamo se, forse, non stiamo seguendo un surrogato religioso, una serie di norme, abitudini, tradizioni, che poco hanno a che fare con la novità sorprendete del Vangelo…