«Conosco le tue opere; ti si crede vivo, e sei morto». È impressionante questa sentenza, eppure, molto veritiera! Si può essere biologicamente vivi ma esistenzialmente morti! È il caso di chi è amareggiato dalla vita, da chi ha pesi grossi da sopportare, da chi ha lutti importanti da elaborare… i giorni paiono più un prezzo da pagare che una opportunità da godere! Si può essere esistenzialmente soddisfatti eppure vivere con il fiato freddo della morte sul collo. È il caso di chi se la spassa nel godimento, nella cosiddetta bella vita, nell’abbondanza dei beni ma sente tutta la precarietà della sua condizione perchè da un momento all’altro tutto gli può essere strappato via… è il potere oscuro della morte che si fa spazio nel cuore e uccide prima del tempo! Ognuno di noi deve guardarsi dentro e chiedersi che valore, che posto, ha la morte nella sua vita… guai a rimandare continuamente il pensiero e relegarlo come un semplice corollario finale della vita! Dal senso e dal peso che diamo alla morte ne deriva la consistenza e la bellezza della vita! La questione è assolutamente chiara: o si è vivi di una vita eterna o si è morti che vivono… ma con le ore contate! Coraggio! Buona giornata