«Come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto». Con l’aria che tira, questa sentenza di Paolo sarebbe certamente sottoposta a censura… parlare di sottomissione non è per nulla ammissibile al giorno d’oggi! Peccato, però, che Paolo, dopo aver scritto questa cosa della sottomissione delle mogli aggiunge subito: «Voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei». Beh, essere sottomessi come a Cristo, c’è da dire, è tanta roba: andiamo a leggere il Vangelo per vedere come Cristo sottomette le persone! Le sottomette lavando loro i piedi, mettendosi nelle mani delle guardie assicurandosi che i suoi amici siano liberati, muore in croce per amore… Bene: è chiaro che, nella logica del Vangelo, il matrimonio si realizza dentro una gara dove chi sta più sotto dell’altro vince, chi serve di più vince, chi ama di più vince! La sottomissione è il contrario dell’affermazione di sè, della superiorità, del primato dell’io individuale! È chiaro che il mondo non può capir questo linguaggio… è il linguaggio dell’amore secondo Dio! Paolo lo sottolinea chiaramente: «È un mistero grande!». Beati coloro che lo riconoscono e lo vivono: sperimentano il paradiso qui! Altro che la banale contrapposizione ideologica del maschilismo e del femminismo… Buona giornata