Domenica scorsa Gesù ha raccontato una parabola sulla necessità di pregare sempre. Sì: per vivere nella fede è necessario mantenersi aperti alla relazione con il Padre attraverso la preghiera. Questa domenica Gesù racconta un’altra parabola. Questa volta per spiegare che la preghiera deve essere umile per ottenere quanto chiede. Si può pregare da sazi, da tronfi, da presuntuosi, e, allora, Dio non può donare nulla perchè tutto è già compiuto! Si può pregare da peccatori, miserabili, mendicanti, e, allora, Dio può davvero riempire delle sue grazie! È il caso del fariseo che si loda e si esalta, vanta meriti davanti a Dio e, così facendo, offre una visione di Dio come giudice severo e implacabile e, di conseguenza, perde ogni stima per i fratelli, mai visti come tali, ma come antagonisti… Il pubblicano, al contrario, non ha niente da vantare, ha solo da chiedere perdono! Non alza nemmeno gli occhi: non ha tempo e modo di giudicare gli altri perchè ne ha abbastanza delle sue povertà… Il fariseo fa di tutto per rendersi giusto ai propri occhi ma solo l’Altro può renderlo giusto! Cosa che accade con il pubblicano, rimandato a casa «giustificato». Ecco la cartina tornasole per una disanima della coscienza rispetto alla preghiera! Buona giornata