PENTECOSTE – 31 maggio 2020

Dal vangelo secondo Giovanni 7,37-39
Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva“. Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.

 

 LA PAROLA PROPOSTA DAI NOSTRI SACERDOTI:

«Sgorgheranno fiumi di acqua viva»

“Vita che non osai chiedere e fu,/ mite, incredula d’essere sgorgata/ dal sasso impenetrabile del tempo,/ sorpresa poi sicura della terra,/ tu vita ininterrotta nelle fibre/ vibranti, tese al vento della notte/ Era, donde  scendesse un salto d’acqua/ silenziose, frenetiche, affluenti(…) Fosti, quanto puoi chiedere reale, la contesa col nulla era finita,/ spirava un tempo lucido e furente (…) vita ne misuravi la pienezza”

“Monologo” poesia di Mario Luzi

Questa poesia è un inno alla vita; l’autore mette in evidenza la gratuità della vita, la sua bellezza, la sua ricchezza e la sua forza.

Ho intravisto le stesse caratteristiche nella descrizione che fa dello Spirito Santo, Gesù.

Lo Spirito Santo è un dono che sgorga copioso dal grembo di Dio, Giovanni più avanti nel Vangelo si soffermerà sul particolare del costato trafitto di Gesù dal quale uscirono sangue, acqua e lo Spirito.

Gesù parla di “fiumi” di acqua evidenziando la sovrabbondanza del dono; attraverso l’immagine dell’acqua inoltre attribuisce allo Spirito la capacità di dissetarci.

Vi auguro di fare questa esperienza di Dio, sentirlo come Soggetto essenziale della vostra vita.