IV DOMENICA T.O. – 3 FEBBRAIO 2019
Luca 4,21-30  Non è costui il figlio di Giuseppe?
Il brano esplora il rapporto tra l’umano e il divino. Il fatto che Gesù sia il figlio di Giuseppe ( una persona normale, conosciuta da tutti) non è un buon viatico per fondare la messianicità di Gesù. Gesù invece chiarisce che questa logica caratterizza da sempre l’azione di Dio. Come la storia sacra insegna (vedova di Sarepta, Naaman il Siro ) Dio ha interagito anche con persone che non appartenevano neppure al popolo di Dio.
Gesù ci sta dicendo che l’amore di Dio non guarda la miseria dell’uomo. Anzi quanto più l’uomo è povero e bisognoso tanto più è oggetto dell’attenzione e dell’amore di Dio. Il brano è un invito da una parte a non sentire le nostre miserie e i nostri peccati come una esclusione dall’amore di Dio, dall’altra ci insegna che anche gli altri, ciascuno con il proprio limite, sono graditi a Dio. Il Dio che si è fatto uomo rivaluta l’umanità come passaggio fondamentale dell’esperienza religiosa.
Fare l’uomo come l’ha fatto Gesù dice già una quota fondamentale dell’essere discepoli.
Non è costui il figlio di Giuseppe?