XXIX DOM. T.O. – B – 21 OTTOBRE 2018
«Tra voi però non è così» (Mc 10,43a)
Gesù trova nella richiesta dei due figli di Zebedeo l’occasione per marcare una volta di più la distanza tra gli schemi di pensiero del mondo e l’indicazione fondamentale contenuta nel Vangelo: la vera grandezza non è quella dei governanti che dominano sugli altri, ma quella di chi sa mettersi al servizio degli altri facendosi ultimo e umile, imitando il Signore stesso, che si è lasciato inchiodare alla croce come il peggior delinquente.
Facciamo però attenzione alle parole di Gesù quando mette a paragone l’agire dei governanti con quello dei suoi discepoli: «Tra voi però non è così». Gesù non sta dando un’indicazione ai suoi, non sta chiedendo di iniziare ad essere diversi; l’uso del verbo al presente rivela che Gesù sta piuttosto facendo una considerazione su uno stato di fatto delle cose: tra i suoi discepoli è già così! Chi segue Cristo ha già intrapreso la strada del servizio che nell’umiltà rende grandi! Le fatiche, le persecuzioni, l’incomprensione, la derisione, la prevaricazione, la secolarizzazione che il cristiano subisce ogni giorno sono il segno della logica evangelica su cui la sua vita si fonda.
Lo sforzo che siamo chiamati a compiere – e che hanno dovuto compiere quel giorno i discepoli – è di cambiare il nostro modo di considerare la nostra vita. Le difficoltà che abitano il cammino della Chiesa di ogni tempo, compreso il nostro tempo, sono il segno della logica evangelica che la caratterizza, non certo il segno della sua decadenza o del suo declino. Più saremo ultimi e servitori nel mondo, più saremo vicini all’ideale di Cristo.