XXVIII DOM. T.O. – B – 14 OTTOBRE 2018
«Gesù fisso lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10,21a)
Leggendo che Gesù stesso parla della grande difficoltà che richiede entrare nel Regno di Dio potremmo, come capita agli apostoli, lasciare che lo sconforto prevalga in noi e pensare che non ci arriveremo mai; lo stesso tale che Gesù incontra per strada nel vangelo di questa domenica, pur mettendo in pratica tutti i principali precetti delle Legge mosaica, sembra non essere incluso in coloro che entreranno a far parte del Regno.
Ma a questa valutazione sfuggono due elementi fondamentali. Anzitutto lo sguardo di Cristo, che fissando gli occhi di quell’uomo, «lo amò». Gesù mette in luce quello che mancava a quel tale, cioè rinunciare a tutte le sue ricchezze, ma questa carenza non vincola in nessuna maniera il suo amore per lui. Allo stesso modo, nella nostra vita, l’incontro con Cristo nella parola del Vangelo e nell’Eucaristia mette a nudo le nostre debolezze e fragilità, gli aspetti su cui dobbiamo crescere, ma con altrettanta solidità ci conferma amati da lui e sempre accolti.
Il secondo elemento da non dimenticare è contenuto in un’altra espressione di Gesù: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio». Accedere al Regno dei cieli non è mai frutto del nostro guadagno: quale uomo potrà mai meritarsi l’eternità? Il Regno di Dio è sempre da ricercare nella sua natura essenziale di dono. Soltanto Dio, che può tutto, è signore del suo regno, motivo per cui lo sconforto deve sempre cedere il passo alla speranza, all’impegno che spinge a fare del nostro meglio per lasciare quello che ci incatena e impedisce di seguire Gesù sapendo che sarà la misericordia di Dio a condurci a quello a cui noi non riusciremo, malgrado gli sforzi, ad arrivare.