XXVI DOM. T.O. – B – 30 SETTEMBRE 2018
«Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,40)
Amici o nemici; compagni o avversari; collaboratori o osteggiatori; … A fare la differenza nel qualificare i nostri rapporti con le altre persone è unicamente il riferimento a Cristo Gesù. In quel noi, che Gesù utilizza nell’espressione di Mc 9,40 indicando letteralmente l’insieme composto da lui stesso e gli apostoli, figurativamente potremmo leggere un’implicazione personalissima per ciascun uomo, come se Gesù dicesse ad ognuno di noi: «chi non è controme e te, è per me e te». La mediazione di Gesù può diventare il criterio di valutazione di ogni nostro rapporto interpersonale.
Per verificare se stiamo vivendo veramente secondo il Vangelo, una delle derive su cui vigilare sempre è il rischio di considerare il suo messaggio – o Gesù stesso – come qualcosa che appartiene soltanto a noi; piuttosto è la logica contraria da ricercare: siamo noi che, in quanto cristiani, apparteniamo tutti a Cristo e al suo Vangelo!
Il testo evangelico di questa domenica ci mette dunque in guardia dalla gelosia di Dio. Se abbiamo a cuore la missione che Gesù ci ha lasciato, cioè la diffusione dell’annuncio del Regno dei cieli attraverso la diffusione della sua Chiesa in tutto il mondo, non possiamo pensare di poter tenere noi le redini del messaggio del Vangelo. Impariamo da Gesù la radicale accoglienza di ogni segno o gesto di bene, per quanto piccolo, che ogni persona in ogni luogo e in ogni occasione riesce a compiere nel suo nome, perché anche quell’uomo «non perderà la sua ricompensa».