XIX DOM. T.O. – B – 12 AGOSTO 2018
«Chi crede ha la vita eterna» (Gv 6,47b)
Prosegue il lungo Discorso del Pane della vita che occupa il capitolo sesto di san Giovanni; Gesù continua ad istruire i suoi contemporanei sul significato del suo corpo donato, della sua carne inchiodata alla croce e del pane eucaristico che rende presente ogni volta quel cruento ed unico sacrificio di salvezza. La razionalità umana non basta a comprendere la bellezza di questo fatto straordinario: «Come può dire “sono disceso dal cielo”?»; è necessario che sia Dio ad attirare e istruire la persona umana che si dispone ad accoglierlo.
Per accogliere Dio abbiamo un’unica strada: accogliere il suo figlio unigenito, Gesù. Soltanto attraverso la conoscenza di Gesù possiamo giungere a conoscere il Padre, possiamo entrare a far parte della vita di Dio. Credere non è soltanto il primo passo per ottenere un premio. Credere, avere fede, significa possedere fin da subito la vita eterna. Chi crede ha già la vita eterna. Chi mangia con fede il pane santo nel sacrificio della Messa, che è il Cristo offerto sulla croce, fin da subito è reso partecipe dell’eternità, riceve una promessa di vita senza fine ed entra a far parte del popolo dei risorti che nemmeno la morte corporale potrà mai sconfiggere.
Un’altra volta Cristo ci chiede di credere in lui e di accettare di aver parte con lui della sua eredità. Desiderare l’eternità è il moto dell’anima che ci spinge a ricercare la comunione con Dio, ad essere in pace con lui e con la Chiesa dei battezzati ricorrendo alla Confessione, ad accedere al suo altare per mangiare il pane vivo disceso da cielo.