XIV DOM. T.O. – B – 8 LUGLIO 2018
«E si meravigliava della loro incredulità» (Mc 6,6a)
Si stupiscono della sapienza di Gesù e dei prodigi che compie con le sue mani, ma questo stupore, nei suoi compaesani, genera scandalo. La confidenza di coloro che condividevano l’origine con lui, invece che farsi garante della sua bontà e aiuto nella fede, diventa un ostacolo che impedisce di guardare in faccia la verità.
È necessario che tutti noi vigiliamo perché l’abitudine e la familiarità con uno stile di vita cristiano, che abbiamo ricevuto fin da bambini e che abbiamo negli anni fatto nostro, non diventi per noi un ostacolo nel riconoscere la presenza e l’azione di Dio. La struttura cristiana delle nostre comunità – che comprende regolarmente catechesi, gesti di carità, partecipazione alla santa Messa, etc. – non basta a fare di noi dei buoni credenti. Dobbiamo tutti allenarci per vivere la fede come nella freschezza del primo giorno. Dobbiamo avere il cuore aperto per cogliere i prodigi e la sapienza di Dio nelle nostre giornate, anche nelle cose più semplici e nelle persone che sempre ci stanno vicine. Anche nella normalità Dio può rivelarsi, così come 2000 anni fa ha scelto di essere il semplice falegname, il figlio di Maria.
Non lasciamo che Gesù si meravigli della nostra incredulità. I segni della sua azione sono molti e parlano da soli. Apriamo gli occhi e lasciamo che delle nostre vite lui possa fare grandi prodigi.