XIII DOM. T.O. – B – 1 LUGLIO 2018
«Chi mi ha toccato?» (Mc 5,31b)
Nessun altro si era accorto di nulla. A questa domanda di Gesù poteva rispondere soltanto una persona, tanto che gli altri che gli stavano attorno quasi lo deridevano, incapaci di comprendere come potesse pretendere di distinguere qualcuno nel marasma di folla che gli si accalcava attorno. Ma a quella donna invece tutto era chiaro: soltanto il suo tocco aveva creato un legame speciale con Gesù, soltanto la fede con la quale lei gli si era avvicinata, provando «anche solo a toccare le sue vesti», aveva destato l’attenzione del Maestro e suscitato quella strana domanda.
Quando un uomo o una donna scelgono di affiancare Gesù o di percorrere un tratto di strada con lui o di toccare le sue vesti o di stringersi in un abbraccio con lui, mossi dalla fede, quello diventa un luogo e un tempo di incontro con Dio personalissimo e unico. Non importa se altre persone sono lì attorno, se altri pensieri occupano la mente, se le distrazioni sono numerose. A chi lo cerca con fiducia Gesù garantisce l’esclusività di un rapporto personale.
In questa concretezza del rapporto che crea con la donna Gesù si rivela nella sua natura di Salvatore. Si confondono e mescolano in questo brano i termini guarigione e salvezza; simili tra loro ma non sovrapponibili. Salvezza dalla malattia e guarigione della menzogna; guarigione dalle perdite di sangue e salvezza dell’anima credente. L’incontro con Cristo coinvolge interamente la vita della donna, che da quel giorno è guarita e salvata. La stessa dinamica salvifica è riservata ad ognuno di noi, anche noi possiamo toccare le vesti di Gesù e ricevere la guarigione dalle nostre ferite. Non ci spaventino la folla caotica e la vergogna, ci guidi la Sua voce, che dice: «Non temere, solo abbi fede!»