XI DOM. T.O. – B – 17 GIUGNO 2018
«Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce» (Mc 4,27)
Nel tentativo di avviare i suoi discepoli alla comprensione del Regno dei cieli, che è la promessa di eternità fatta da Dio all’umanità, è introduzione di tutti i credenti nella sua vita divina, Gesù utilizza questa parabola del seme gettato sul terreno. La mano del seminatore sparge il semino e, nel momento in cui esso cade nella terra, inevitabilmente si innesca il processo di crescita che lo porta a divenire uno stelo, poi una spiga, poi un chicco maturo. Lungo i secoli del mondo Dio ha seminato a piene mani la semente del Regno e nel terreno del cuore degli uomini esso sta germinando in attesa del tempo della mietitura.
A volte le pieghe della storia ci fanno credere che Dio sia lontano dall’umanità, perché sembra essere rigettato dalla cultura contemporanea e dagli stessi uomini per cui il Cristo si è immolato sulla croce. Ma il Vangelo ci chiede di fidarci di quanto Gesù ha insegnato, cioè che la crescita del Regno di Dio è inarrestabile, cioè che tutti noi camminiamo sempre in avanti verso il tempo della maturazione e della mietitura, cioè che il più piccolo dei semi è destinato a diventare il più imponente degli alberi.
La nostra vita allora sia terreno fertile per la crescita del Regno di Dio nel mondo e ciascuno si senta partecipe di questo progetto di gloriosa eternità che incessantemente si diffonde attorno a noi.