IV DOM. PASQUA – B – 22 APRILE 2018
«Un solo gregge e un solo pastore» (Gv 10,16)
Le pecore del gregge di Cristo non sono racchiuse dentro recinti o steccati di alcun genere, il suo pascolo è il mondo intero. Ogni uomo di ogni tempo e di ogni luogo è invitato a seguire il Cristo pastore, che è il buon pastore, tradotto letteralmente dal greco come il bel pastore, il pastore perfetto delle pecore.
Infatti Gesù è quel pastore che non deve usare il bastone per raccogliere le sue pecore, perché sono esse stesse a cercare lui per seguirlo. A nessuno viene imposto di seguire un sentiero piuttosto che un altro, ma di fronte al pastore perfetto, qualunque pecora che lo riconosca, spontaneamente sceglie di seguire i suoi passi e lasciarsi pascere amorevolmente da lui.
E la bontà dell’azione del pastore Gesù trova la sua origine nel legame originario che unisce lui stesso al Padre celeste. La dinamica dell’amore del pastore per le sue pecore, che lo porta fino a dare la sua vita per loro, è lo specchio dell’amore del Padre per il Figlio. È l’eterno donarsi reciproco insito nella Santissima Trinità che prende forma materiale nel capo del gregge che non si risparmia per amore dei suoi. È il fondamento della nostra certezza di essere tutti amati infinitamente da colui che ci ha creati.
Ognuno di noi ha il compito di partecipare alla missione di Cristo, che vuole che ogni uomo entri a far parte del suo gregge. Il mondo veda il nostro camminare dietro al Pastore e si interroghi; i cristiani siano sempre un segno chiaro della volontà universale di salvezza di Dio, che in Cristo è stata rivelata, perché tutti gli uomini possano diventare un solo gregge con un solo pastore.