II DOM. PASQUA (in albis) – B – 8 APRILE 2018  «Stette in mezzo» (Gv 20,19b)

Il lungo Tempo di Pasqua, che da oggi ci accompagnerà per cinquanta giorni, fino alla Solennità di Pentecoste, è il tempo in cui noi cristiani ci dobbiamo rafforzare nella convinzione che il Signore risorto non se n’è andato per mostrarsi soltanto nell’ultimo giorno, ma, al contrario, continua ad abitare ogni giorno la nostra vita, continua a far udire la sua voce e il suo messaggio di salvezza, continua a stare in mezzo a questo mondo che non sempre si accorge e ricorda della sua presenza.
Il Risorto entra nelle nostre giornate passando per le porte chiuse; non esiste muro o cuore indurito che possa impedire a Gesù di spezzare le catene e dischiudere i sepolcri delle nostre chiusure. Così il vero credente si affida alla forza illuminante di colui che ha vinto la morte e si impegna per fargli spazio nella sua vita. Il vero credente non si accontenta di festeggiare il giorno della risurrezione mangiando il capretto o la grigliata di carne con gli amici, ma vive questi momenti come la riscoperta della gioia pasquale, come il vigore rinnovato della promessa di eternità che gli è stata fatta.
Per tre volte il vangelo di questa II domenica di Pasqua ci ricorda per quale motivo il Cristo è presente nella vita degli uomini: «Pace a voi!», dice Gesù agli apostoli. Possa questo tempo di festa e di gioia, di memoria e attualizzazione della Pasqua, essere il tempo della pace, quel tempo in cui, una volta in più, riconosciamo che solo in Gesù la nostra vita raggiunge la pienezza.