“Colui che mangia me vivrà per me” CORPO E SANGUE DI CRISTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 51-58
Il discorso sul pane di vita, che si svolge presso la sinagoga di Cafarnao e di cui il nostro brano è solo una parte, fa seguito alla moltiplicazione dei pani.
Gesù ha abbondantemente sfamato la folla, che ora cerca il Maestro nella speranza di essere sempre saziata. Per Gesù invece il gesto compiuto è un segno che svela la sua realtà profonda, chi Egli è davvero, la sua origine divina e il suo essere portatore di salvezza, come testimoniano nel Vangelo di Giovanni tutte le frasi di Gesù introdotte dall’espressione “Io sono”.
“Io sono il pane vivo disceso dal cielo” indica pertanto una dimensione profonda di Gesù, segnata dal legame stretto tra pane e vita: il pane è immagine del nutrimento essenziale per l’uomo, che fa crescere e dà energia. Allo stesso modo, Gesù è nutrimento per lo strato più profondo e importante del nostro vivere. Accogliere Gesù come pane vivo significa crescere, affrontare la vita con una energia, una logica nuova.
“Colui che mangia me vivrà per me”: all’incomprensione della gente, che non capisce come possa dare loro la sua carne in cibo, Gesù rilancia il discorso e ci dice che nutrendoci di Lui, pane vivo, siamo chiamati anche noi a vivere il suo stesso dinamismo, la sua stessa logica, che porta a fare della vita un’esistenza donata.