“Andarono, senza indugio, e trovarono”
Sette giorni fa, nel S. Natale, abbiamo sottolineato il segno offerto ai pastori per incontrare il Salvatore: “Troverete un bambino, avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Oggi, nelle righe successive del Vangelo di Luca, vediamo il compiersi di questo incontro: i pastori “trovarono” il bambino, con Maria e Giuseppe.
Non si tratta di un passaggio obbligato, scontato; nel mezzo, infatti, c’è la scelta dei pastori di andare “senza indugio”. Trovare diventa, allora, l’esito di un cammino dove l’umano incontra il Mistero. Certo si tratta di un incontro donato, offerto, ma che si realizza in modo pieno quando l’uomo si mette in ricerca e, nella propria libertà, si pone sulle tracce di Dio.
A tutti, proprio come ai pastori duemila anni fa, è data la possibilità di trovare. Tutti sono chiamati a vivere l’incontro con il Dio fatto carne. Per tutti il segno indicato è ancora lo stesso: il bimbo, avvolto in fasce e posto nella mangiatoia; è nella fragilità, nella povertà, nella piccolezza dell’umano che siamo chiamati a riconoscere la forza, la ricchezza, la grandezza di Dio.
Tutte queste realtà, tutte le parole dei pastori, sono custodite da Maria che le medita nel proprio cuore: è il raffronto silenzioso tra ciò che Maria vede nella sua vita e quel che si delinea come il progetto di Dio. Anche noi siamo invitati a questo confronto, perché possiamo non solo trovare e incontrare il Dio fatto uomo, ma accoglierlo come lei. Perché la nostra fede non resti solo un aspetto accanto ad altri, o un’idea, ma trovi dimora nel cuore della nostra vita.