“Non potete servire Dio e la ricchezza”
Luca torna sul tema della ricchezza e introduce lodando non certo l’imbroglio quanto la furbizia dell’amministratore nell’uscire dalla situazione sfavorevole in cui era incappato. Anche il nostro comportamento è spesso scorretto davanti a Dio e allora senza coltivare un dannoso senso di colpa o accanirci in un moralismo rigido e antievangelico dobbiamo aprirci ai fratelli con il cuore misericordioso del Padre verso chiunque abbia sbagliato.
La parabola prosegue parlando dell’uso dei beni. Bisogna chiarire che Gesù non condanna la ricchezza in sé quanto l’uso sbagliato di essa ed è qui che Egli ci provoca: “Io vi dico: fatevi amici con la ricchezza disonesta …” Perché è disonesta? Perché spesso è frutto di ingiustizia ma soprattutto perché può rendere ciechi: incapaci di “vedere” Dio e il prossimo. E’ disonesta perché in fondo è un inganno: promette e non mantiene! Ci illude e ci fa sognare ma non può dare garanzie certe. Allora la scaltrezza consiste nel farsi degli amici, in concreto essa va usata anche in favore dei poveri che sono gli amici di Dio i quali un giorno ci accoglieranno nelle “dimore eterne” dove la felicità sarà perfetta e duratura.