“Neanch’io ti condanno”
Gesù in questo brano chiede una cosa fondamentale: prendere coscienza del proprio peccato: Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. E’ facile accorgerci del peccato dell’altro, molto più complicato accorgersi del proprio sbaglio. Chi ha sbagliato non ha bisogno di essere condannato; ha bisogno di non sbagliare più. Gesù ha una visione dinamica della colpa. Non è che il male una volta fatto, c’è e basta senza una prospettiva.
Per Gesù il male può sempre diventare bene. Va e d’ora in poi non peccare più. Gesù ci sta insegnando che uno dei meccanismi più perversi nella storia, nella famiglia, nella chiesa è quello di concentrarci sul male degli altri.
Solo in una presa di coscienza del proprio male e di un serio lavoro di conversione si creano le premesse di un cambiamento.
E’ tutta la quaresima che stiamo lavorando in questa direzione; la Pasqua è ormai vicina dobbiamo insistere nella nostra fatica.