“Vedremo se porterà frutti per l’avvenire.”
Gesù parte da alcuni fatti drammatici di cronaca, capitati in quei giorni, per dissociarsi da un giudizio etico scontato per la cultura dell’epoca: ogni disgrazia è il castigo per una colpa morale. Gesù, e questo è il tema che ci interessa, afferma con forza che tutti abbiamo delle colpe e tutti siamo bisognosi di conversione. Anche la breve parabola riportata nel brano parla di un fico che non dà frutto e a cui viene data un ultima possibilità. Si intravede l’idea che la conversione debba essere una costante nella vita dell’uomo. Il passare in ogni momento dal male al bene, dal non frutto al frutto è l’unica logica evangelica da perseguire con costanza. La battaglia con il male alla quale Gesù ci richiama fin dalla prima domenica di quaresima non è mai vinta una volta per sempre. L’impegno per il bene si deve rinnovare ogni giorno.