“Tu sei il Figlio mio, l’amato.”
Il verbo battezzare nell’antica lingua greca voleva dire immergere. Giovanni confessa che lui immerge nell’acqua mentre Gesù immerge nello Spirito Santo e fuoco (nell’antico testamento il fuoco era una delle immagini per indicare la presenza di Dio).
Tu sei il Figlio mio, l’amato.
Il Padre, proclamando Gesù suo Figlio, l’amato ne annuncia la divinità. Dio immerge il battezzato in Dio. Il battesimo ha in Dio il soggetto che lo compie e ha in Dio la meta ultima dove il battezzato vive la sua nuova esistenza. Definito, anche se in termini molto essenziali, il mistero del battesimo, tutti avvertiamo l’urgenza di tornare ad impossessarci di una verità così essenziale, con una coscienza meno sfuocata.
Il battesimo è la radice che ci lega originariamente a Dio ma è anche una relazione uomo/Dio poco cosciente nella vita di tutti i giorni.
La festa di oggi diventa stimolo a ricordarci più frequentemente del nostro battesimo e di renderci conto della grandezza del mistero di cui siamo parte.
Tu sei il Figlio mio, l’amato.