“Figlio, tu sei sempre con me. Tutto ciò che è mio, è tuo”

La parabola del Padre misericordioso accompagna il nostro itinerario quaresimale in questa quarta domenica. Siamo al cuore del vangelo di Luca. Questo testo è il cuore del vangelo stesso. Perché ci parla anzitutto di Dio che è Padre.

Il Padre ebbe compassione. Lo sguardo del padre, che scorge da lontano il ritorno del figlio minore, è segno che non ha mai smesso di attenderlo. È preso da un fremito intimo di compassione: un misto di tenerezza e viscerale coinvolgimento. Per questo la corsa verso il figlio: è suo il primo passo. E poi l’abbraccio che impedisce al figlio di curvarsi e di umiliarsi. Infine il bacio, un affetto manifestato concretamente. Questa è l’immagine più nitida del nostro Dio, del Dio dei cristiani. Siamo tutti invitati a lasciarci meravigliare da un Dio così.

Tutto ciò che è mio è tuo. La passione del Padre consiste nel mostrare il suo vero volto ai due figli. Entrambi hanno di lui l’idea di un ‘padrone’: sia il minore, che, fuggito da una casa opprimente, vuole tornare come un salariato; sia il maggiore, che – sono sue parole – dice al padre: “io ti servo”. Si tratta, dunque, di purificare le immagini sbagliate di Dio che ci portiamo dentro per aprirci ad accogliere la stupenda dichiarazione di comunione: “tutto ciò che è mio, è tuo”. Non dobbiamo chiedere nulla perché tutto ci è già stato dato in dono: il dono di essere figli di un Padre così.