Avranno rispetto per mio figlio.

La parabola si aspetta dalle persone che hanno accettato di assumere un servizio nella Chiesa, in qualsiasi campo, un’insistita attenzione ai progetti del padrone. Il racconto dice una storia dove regolarmente questo no capita. Il negativo arriva fino a deludere le attese più scontate Avranno rispetto per mio figlio. Siamo tutti provocati a un esame di coscienza perché la parabola dalla sua motivazione storica si allarga a tutte le situazioni di incoerenza di chi ha assunto il compito di essere punto di riferimento religioso per gli altri nei diversi ambiti pastorali. Il male non sta nel particolare. Siamo lì per Dio e finiamo con il lavorare per noi stessi. Anche se non sempre la volontà è quella di liberarci di Dio molto spesso finiamo almeno con il cacciarlo fuori dalla vigna e di marginalizzarlo. La parabola si chiude però con una prospettiva di speranza dove le cose cambiano radicalmente. L’attesa del padrone Avranno rispetto per mio figlio trova qui la sua realizzazione più piena. Il rispetto per quello che Gesù è e per quello che Gesù ha detto è il segreto della rifondazione della nostra presenza nella Chiesa. Il contrasto tra il prima e il dopo dice bene la radicalità del nuovo. La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo. Avranno rispetto per mio figlio. Non deludiamo le attese del padrone.