Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Questa frase traduce bene il “divino” dell’Ascensione. Gesù sale al cielo dove siede alla destra del Padre ma dice ai discepoli. Io sono con voi tutti i giorni. Qui non valgono i criteri umani dell’essere vicino o dell’essere lontano. Il rapporto tra Gesù e il cristiano è diverso. Lui aveva detto Io sono la vite voi i tralci. Chi rimane in me porta molto frutto. L’inserimento in Lui in forza del Battesimo, l’incontro con Lui nell’Eucarestia, la possibilità di amarlo in ogni fratello o di averlo in mezzo a noi quando siamo uniti nel suo nome, il dono di ascoltarlo nelle parole del Papa e dei Vescovi garantito dal chi ascolta voi ascolta me sono la concretizzazione più bella del’Io sono con voi tutti i giorni. L’Ascensione allora non dice separazione ma diventa la festa dell’impegno del discepolo, chiamato a fare, con la forza di Gesù, quello che prima Gesù faceva da solo. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato