La vita è una grande impresa. Si parte da un sogno di vita di papà e mamma e si approda alla dura realtà della morte. Nel frattempo, si cerca di dare peso sostanza al tempo che scorre. Tutto è faticoso. C’è da lottare costantemente contro un male che, a volte, è dentro di noi e a volte è fuori di noi.
Oggi, la liturgia della Chiesa celebra il martiro dei santi Pietro e Paolo. Anche per loro la vita è stata una grande sfida. San Paolo parla della sua vita come di una “battaglia”. È così. È importante coltivare grandi ideali, dare il meglio che si può, lasciare una traccia del proprio passaggio. Ma è tutto qui?
Perchè ricordiamo questi uomini? È per quello che hanno fatto? Alla fine, anche loro, come il Maestro, sono finiti male, sono stati uccisi. Potremmo considerare la loro opera un grande fallimento. In realtà, ci vediamo dentro qualcosa di straordinario.
La loro opera, non era un’aspirazione personale, non era semplice ambizione. Era servizio. Pietro e Paolo hanno lavorato per il Vangelo. Il loro pezzetto è da inserire nell’opera più grande di Dio. Per questo non hanno lavorato invano. Non solo: hanno sentito che non erano soli. Gesù era con loro. Questa è la vera forza.