«Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”». Mt 5,20-26. È agli antichi che è stato detto “non uccidere”, quando ancora l’uomo aveva una cultura dove la dignità della vita non aveva tutto lo spessore che oggi le riconosciamo. Il trattenersi dall’uccidere è stato un primo passo di conversione dalla barbarie. Gesù, infatti, porterà il comandamento dal non uccidere all’amare: un salto di qualità dell’altro mondo… Osservando quanto succede attorno a noi tra guerre, omicidi, femminicidi, sembra che si sia perso ogni riferimento al bene. La facilità con cui si toglie la vita è disarmante. Tutto il cammino fatto dall’umanità nei secoli sembra regredire sempre più nella direzione della sfrontatezza. Mi ricordo quando da piccolo i miei genitori, le mie insegnanti, insistevano con una costanza imperterrita affinchè non alzassimo le mani in alcuna maniera con i compagni. Non si poteva nemmeno per gioco. Credo che anche oggi i vari enti educativi lavorino in questa direzione. Che cos’è che non aiuta ad avere il rispetto dovuto? Chi uccide una persona dove va a prendere tutta quella freddezza? L’uomo vale così poco? Non è che chi uccide ha anche di sè una bassa considerazione? Ma quanto vale la nostra vita? Ancor più radicalmente: è veramente nostra? Buona giornata.