«Disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé». Gv 19,25-34. All’annunciazione l’angelo del Signore dona a Maria il Figlio. Maria, da quel momento, lo porta in sè. È piccolissimo ma diventerà grande. Quel Figlio sarà più volte sorprendente. Nella morte in croce, Gesù, quasi come l’arcangelo Gabriele, dona a Giovanni la Madre. Da quel momento, Giovanni la porterà con sè. È la madre di Gesù ma Gesù gli ha detto che è anche sua madre. Forse non ne capisce ancora il senso. Forse immagina che la dovrà proteggere. È una donna e, a quel tempo, se la donna non gode di una protezione maschile è in balia di tutto. Ma non è così. Maria ha generato Gesù e ora genererà la Chiesa. Giovanni ha bisogno di Maria per capire come accogliere Gesù. Maria è il criterio attraverso il quale la Chiesa si comprende. Maria genera il Figlio ma allo stesso momento è generata dal Figlio. Così è la Chiesa. Maria sta con i discepoli. Non sta sopra di loro. Nessuno sente il bisogno di ritagliarsi un ruolo di prestigio. C’è una interdipendenza. Maria è una di loro. La sua grandezza è l’essere madre. La grandezza del discepolo e il suo essere discepolo. L’uno comprende l’altro. La Chiesa… Buona giornata