«Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Gv 16,16-20. È un’espressione non immediatamente leggibile. Gesù annuncia il suo ritorno al Padre e, contestualmente, l’invio dello Spirito Santo. Da una parte, Gesù sparirà dagli occhi degli Apostoli, dall’altra, però, lo vedranno ancora meglio. Mi sembra molto suggestiva la prospettiva aperta da Gesù. C’è un vedere concreto, sensibile, legato agli occhi e c’è un vedere simbolico, profondo, legato al cuore. Sono due modi di vedere che tutti noi utilizziamo ordinariamente ma a cui non prestiamo sufficiente attenzione. Faccio un esempio molto personale. Io ho conosciuto mio padre con gli occhi. L’ho osservato come fanno tutti i figli. Ho visto i suoi gesti, ho ammirato le sue scelte, ho gustato le sue carezze. Nel momento in cui è morto, non ho smesso di vederlo. Potrei dire che ho “visto” mio padre molto meglio dopo la morte rispetto a quando era in vita. La memoria visiva è passata al setaccio della memoria del cuore e ne è uscita la sostanza della sua persona. Credo che anche per gli Apostoli è stato così: hanno visto e conosciuto Gesù in vita ma ciò che hanno capito e compreso successivamente alla risurrezione è stato molto di più! Il non vedere aiuta a vedere meglio… Buona giornata